Il primo giorno di scuola procura sempre una grande emozione: la paura! Soprattutto se l’insegnante è un volto noto e non proprio amichevole. Per fortuna fuori dall’aula ci si può sempre rilassare…
Ops, come non detto! Quest’anno tutti gli alunni dell’istituto SP 87 sono caldamente invitati a partecipare alla Parata degli Atleti, per dimostrare le loro abilità sportive.
Peccato che Hank inciampi nelle stringhe delle scarpe da calcio come tra le righe delle gare di ortografia! Ma forse Papà Pete ha trovato lo sport che fa per lui… certo, bisogna solo convincere tutto il resto del mondo che il ping-pong sia davvero uno sport!
Età di lettura: da 9 anni.
Leggi il primo capitolo
«Ci siamo, Zip» ha detto Frankie Townsend,
il mio migliore amico, mentre ci infilavamo ai nostri posti nell’aula 31, la nostra nuova classe al terzo piano.
«Il primo giorno di quinta. Facciamolo partire col botto».
Non aveva ancora finito di pronunciare queste parole che nella nostra classe si è sentito un enorme BUM!
Mi correggo. Non era esattamente un bum.
Era un ronzio stridulo seguito da un forte scricchiolio, condito da un cigolio acuto che mi ha fatto accapponare la pelle dietro le ginocchia.
Mi sono guardato intorno per vedere da dove venisse il rumore accapponapelle. Mi ci è voluto un secondo per capire che era l’altoparlante sopra la porta,
che strillava come se un dottore gli avesse appena fatto un richiamo vaccinale. Dovevo fare qualcosa per quel rumore.
Ho strappato rapidamente l’angolo di una pagina
dal mio quaderno a spirale, ho messo in bocca la carta e l’ho appallottolata con la lingua. Poi ho soffiato con tutta la forza che avevo e ho sparato la pallina esattamente nel centro dell’altoparlante.
Centro! Hank Zipzer, tu e la tua bocca avete un’ottima mira.
« Bel colpo, amico! » ha esclamato entusiasta Luke Whitman, mentre alzava la mano per battermi un cinque. Quando la mia mano stava per toccare la sua ho notato che aveva il palmo incrostato di molta roba giallastra, ma gli ho battuto un cinque lo stesso.
« Cronometra per quanto tempo rimane attaccata » ha detto Frankie indicando la mia pallina, che era ancora appiccicata nel centro dell’altoparlante.
Non voglio vantarmi della mia saliva, ma la pallina è rimasta appiccicata per dieci secondi buoni prima di cadere per terra. Quando è caduta, Luke Whitman ha alzato la mano per battermi un altro cinque.
Stavolta ho esitato, per via delle già citate condizioni di incrostazione del palmo.
« Non ti preoccupare, è solo farina d’avena » ha detto Luke. « La bava di lumaca è difficile da togliere ».
Se conoscete Luke, avete capito. A lui piacciono i vermi e le lumache. E non gli piace lavarsi le mani.
Ho detto tutto.
« Siete un disgusto completo e totale » ha detto Joelle Adwin, che si era appena seduta nel banco vicino al mio, oltre il corridoio.
Oh, no, Joelle Adwin è in classe con me!
Joelle è un’esperta di ragazzi completamente e totalmente disgustosi, visto che il suo fidanzato ne è il re. Lei ha l’onore di essere la fidanzata del disgusto-completo- e-totale Nick “la Zecca” McKelty, che fa sfoggio della colazione già masticata fra i denti davanti e quando ride ruggisce come un ippopotamo.
Proprio in quel momento, McKelty è entrato in classe.
Oh-no doppio, con la ciliegina! Anche McKelty è in classe con me. È sfortuna o cosa?
Nick ha preso il posto davanti a quello di Joelle e si è voltato verso di me per vedere che problema poteva crearmi. Stamattina tra i denti sfoggiava pane con l’uvetta e, credo, marmellata di lamponi.
« Fai schifo, Zipzer » ha detto. È il modo speciale di salutarmi che ha McKelty.
Gli ho voltato la schiena, che è il mio modo speciale di salutarlo. L’altra mia migliore amica, Ashley Wong,
aveva appena preso posto vicino a Frankie. Per lo meno, i miei due migliori amici quest’anno erano ancora nella mia classe.
« Mi dispiace ammetterlo, Hank, ma Joelle non ha tutti i torti » ha sussurrato Ashley. Ha indicato la pallina per terra sotto l’altoparlante. « Dovresti raccoglierla ».
Sono scivolato sotto il banco, ho gattonato fino al punto dove si trovava la pallina e l’ho raccolta.
All’improvviso l’altoparlante ha ricominciato a gracchiare, solo che stavolta il rumore si è trasformato in una voce.
« Chi vi parla è il vostro Preside, Leland Love » ha strombazzato l’altoparlante.
« Benvenuti al nuovo anno scolastico della SP 87 ».
Ancora accovacciato, ho lanciato la pallina verso il cestino che si trova accanto alla cattedra della maestra.
Oops! L’ho mancato, e la pallina è caduta sul pavimento.
« Gli studenti dell’aula 31 dovrebbero prendere posto. E questo vale soprattutto per te, Hank Zipzer » ha detto il Preside Love.
Come fa a sapere che sono fuori dal posto?
Non avrà mica gli occhi, quell’altoparlante!
« Chiunque di voi si comporti in modo inadeguato o lanci palline di carta impastate con la saliva, dovrà presentarsi direttamente nel mio ufficio. Mi hai sentito, Hank Zipzer? »
Palline di carta impastate con la saliva! Come fa a sapere che ho lanciato una pallina? Forse i suoi occhi erano usciti dalle orbite, erano saltati giú dalla sua testa e rotolavano avanti e indietro nel corridoio per spiare i ragazzi.
Era almeno da un mese che non sentivo la voce del Preside Love, da quando erano finiti i corsi estivi.
Mi piacerebbe dire che mi è mancata.
Ma non sarebbe vero. Neanche un briciolo minuscolo.
« Studenti dell’aula 31, ho ricevuto un messaggio dalla vostra maestra » ha proseguito il Preside Love.
« Ha telefonato per dire che sarà in ritardo di alcuni minuti per via di un autobus bloccato sulla Broadway.
Dovete stare seduti ai vostri posti fino al suo arrivo. E questo vale soprattutto per te… »
L’intera classe si è unita all’altoparlante per finire la frase. « Hank Zipzer! » hanno intonato all’unisono.
Il capo di questo coro era Ramon Perez. Non ero mai stato in classe con lui negli altri anni. Come faceva a sapere che finisco sempre nei guai? Be’, per essere giusti nei confronti di Ramon, credo di avere una certa fama per i miei guai col preside. Ce la metto tutta per non infrangere le regole, ma a volte non riesco proprio a evitare di piegarle con tutta la forza che ho.
C’è stata un’altra scarica di suono gracchiante, poi l’altoparlante si è spento. Tutti si sono messi simultaneamente a parlare. Morivamo dalla voglia di sapere chi sarebbe stata la nostra nuova maestra.
« Ho sentito dire che è bella » ha detto Ryan Shimozato.
« Come una reginetta di bellezza o roba del genere? » ha chiesto Matthew “Tardolone” Barbarosa. Ehi, dov’è il suo migliore amico, Salvatore Mendez? Devono averlo messo nell’altra quinta. Gente, sarebbe terribile se mi separassero da Frankie e Ashley.
« Scommetto che è stata Miss Alabama » ha detto Nick McKelty col suo vocione sgraziato.
« Perché proprio dell’Alabama? » gli ha chiesto Frankie.
« È l’unico Stato che mi è venuto in mente » ha detto McKelty alzando le spalle. Gli altri sono scoppiati a ridere e lui è diventato tutto rosso in faccia.
« Cosa c’è da ridere? » ha gridato. « Conosco tutti gli altri quaranta Stati. Solo che non ho voglia di dirli adesso ».
Joelle si è sporta in avanti e ha dato dei colpetti sul braccio a McKelty.
« Gli Stati sono cinquanta, Nicky » l’ho sentita bisbigliare.
« Lo sapevo » le ha risposto. « Volevo vedere se lo sapevi tu ».
McKelty non riesce mai ad ammettere di avere torto, il che d’altra parte succede la maggior parte delle volte.
Non capisco perché una persona, nemmeno Joelle Adwin che ama cosí tanto il suo cellulare che lo sposerebbe, dovrebbe voler essere la sua fidanzata.
« Spero solo che la nuova maestra sia buona » ha detto Ashley, sistemandosi il cappello da baseball, che aveva decorato con brillantini rossi che formavano la scritta
“LA 5ª È UNA FIGATA!” sulla visiera.
« Davvero, Ashleiuccia » ha detto Frankie annuendo.
« Non come una certa signorina Adolf ».
La signorina Adolf era stata la nostra maestra in quarta e come stile di insegnamento era specializzata in Noia, Vietatoridere, Stateseduti e Unsaccodicompiti.
Portava ogni giorno dei completi grigi, che si abbinavano ai capelli grigi, agli occhiali grigi e alla faccia grigia.
Proprio quella mattina, mentre facevamo la strada per venire a scuola, io, Frankie e Ashley avevamo parlato di quanto eravamo felici di essere in quinta e di aver lasciato la signorina Adolf a quelli di quarta. Mia sorella,
Emily la Perfettina, e il suo fidanzato, Robert Upchurch il Sapientone, quest’anno andavano in quarta. Mi sono chiesto se in quel preciso istante erano seduti nella classe della signorina Adolf.
Eh già. Quel pensiero mi faceva sorridere.
« Sento dei passi! » ha gridato un bambino nuovo di nome Marcus.
« Sta arrivando! » hanno bisbigliato tutti.
Ci siamo messi a sedere composti nei nostri banchi e abbiamo guardato verso la porta. I passi si sono fatti sempre piú forti man mano che si avvicinavano.
Sentivo il mio cuore battere un po’ piú veloce.
Può sembrare stupido, ma ero impaziente di vedere chi fosse la nostra nuova maestra. Era un momento importante. Se ci pensate, si passa piú tempo con
la propria maestra che con mamma e papà. Voglio dire, sei ore al giorno, cinque giorni alla settimana, in totale fanno… aspettate un attimo… vabbe’, lasciamo perdere. Sono un disastro in matematica.
Ho guardato la porta e ho visto la nuova maestra attraverso il vetro smerigliato. Non riuscivo a vedere la faccia, solo la sagoma.
Mentre la maniglia della porta si abbassava, nessuno ha detto una parola. La porta si è aperta lentamente, molto lentamente. Eccola.
« Buongiorno, alunni » ha detto. « Sono la vostra maestra di quinta! »