Trotta il cavallo e nuota la trota,
gira la carta ché la secchia è vuota,
hanno sete i sette nani,
riempine un’altra per domani.
Caro cavallo, corri più in fretta,
corri sul carro che c’è chi ti aspetta,
spande la secchia da un bucherello,
riempirò d’acqua il mio cappello.
Cappello che in testa è un vero portento,
per riparare i capelli dal vento
e se non calo il cappello sul viso,
mi cresce un callo gigante sul naso.
Il callo si gonfia e diventa una palla,
che gira che ruota che gioca che balla,
come la pala del vecchio mulino,
eccomi al fiume col mio cavallino.
(P. Costalunga, Il bosco delle lettere, Raffaello)