Il signor Boemondo è un uomo buffo. Che cosa non immagina per far divertire i bambini?
Eccolo in treno: davanti a lui siedono i bambini e cominciano già a bisticciarsi perché tutti vogliono il posto vicino al finestrino.
– Pace, pace, – esclama il signor Boemondo. – Facciamo invece un bel gioco.
I bambini si preparano al bel gioco.
– Ora voltatevi un momento, guardate soltanto quando io ve lo dirò.
I bambini si voltano e guardano: il papà non c’è piú. Al suo posto è seduta una vecchia signora con un pappagallo sulla spalla. Il pappagallo ha le penne verdi e gialle e strilla forte: – Voglio stare al finestrino, voglio stare al finestrino.
I bambini ridono fino alle lacrime, cosí non si accorgono che la vecchia signora è scomparsa, e al suo posto un frate si accarezza la barba lunga fino a terra. Egli guarda severamente i bambini, che diventano subito muti come pesci.
– Eh, eh, – fa il vecchio frate.
I bambini stanno zitti. – Eh, eh, – fa ancora il frate. I bambini stanno per piangere, si guardano la punta delle scarpe, cosí non vedono quando il frate scompare anche lui. Quando alzano gli occhi, un signore piccolissimo saltella sul sedile e ride come un pazzarello.
I bambini ridono.
– Come vi chiamate, signore piccolo piccolo?
– Mi chiamo Boiardo.
– Perché?
– Perché mi piace il lardo.
– Che stupidaggini, – borbotta una vecchia signora vestita di arancione.
Ma i bambini ridono come matti. L’ometto comincia a gonfiarsi, si gonfia sempre piú. O Signore, come diventa alto e grosso! Op, là. È ridiventato il signor Boemondo, i bambini abbracciano felici il papà.
La signora vestita di arancione protesta:
– Non dovrebbe essere permesso in treno fare certe sciocchezze.
– È vietato fumare, è vietato sputare, ma io non fumo e non sputo, – dice il signor Boemondo. La gente ride. La vecchia signora si arrabbia e vorrebbe far chiamare il controllore. Per fortuna siamo arrivati.
Però prima di scendere il signor Boemondo si soffia il naso. Come fa? Si stacca il naso dalla faccia e lo strofina ben bene nel fazzoletto: intanto guarda la signora vestita di arancione e le strizza l’occhio. La gente ride. Soltanto la signora diventa rossa come una bandiera e si volta dall’altra parte. Il signor Boemondo si riattacca il naso: poi, lui e i bambini in fila, discendono dal treno e se ne vanno.
Fiaba tratta da: Fiabe lunghe un sorriso