Il calendario cinese è diverso dal nostro.
A ogni anno, secondo un ciclo di dodici, è assegnato un particolare animale che dà anche significato all’anno stesso.
Ad esempio, il 1986 era l’Anno della Tigre, della forza e del coraggio, il 1865 è stato l’Anno del Bue, della pazienza e della costanza, il 1994 è stato l’Anno del Cane, dell’altruismo e dell’amicizia.
In Cina, dunque, c’è chi è nato nell’Anno della Lepre, chi nell’Anno della Tigre, chi nell’Anno del Topo. Ma non c’è nessuno che sia nato nell’Anno del Gatto, perché questo è un anno che non esiste.
Volete sapere perché?
Tanti, tanti secoli fa, ci fu qualcuno tra gli uomini che disse:
– Scegliamo dodici animali per rappresentare l’anno della nostra nascita, ogni anno un animale, per un ciclo di dodici anni.
Ma siccome nel mondo c’erano, e ci sono, tantissime specie di animali, nacque il problema: quali scegliere? Si decise allora che, fissato un determinato giorno, i dodici animali che si fossero presentati per primi, sarebbero stati scelti come i dodici segni del calendario.
Il gatto e il topo, che vivevano vicini ed erano amici, decisero di partecipare alla gara.
Il gatto disse:
– Dobbiamo alzarci presto per precedere gli altri animali. Purtroppo io, quando mi addormento, non riesco più a svegliarmi. Che cosa possiamo fare?
– Non preoccuparti – rispose il topo. – Dormi pure tranquillo, penserò io a svegliarti per tempo e faremo la strada insieme.
Il gatto miagolò felice:
– Sei davvero un buon amico. Grazie tante!
Arrivato il mattino stabilito, il topo si alzò alle prime luci dell’alba ma tanta era la sua fretta di partire che dimenticò di passare a svegliare il gatto.
Solo dopo esser arrivato al luogo dell’iscrizione ed esser stato scelto come uno dei dodici animali, mentre tornava alla sua tana, gongolante di gioia, si ricordò improvvisamente del vecchio amico. Corse da lui e lo trovò che ronfava, addormentato.
Immaginatevi la rabbia del gatto quando si rese conto che la gara era già finita e che non aveva potuto parteciparvi perché il topo non lo aveva svegliato! E così, da allora, gatto e topo sono diventati nemici e quando si incontrano è tutto un fuggi-fuggi, un acchiappa-acchiappa.
Chi degli altri animali vinse la gara? Oltre al topo, il bue, la tigre, la lepre, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane e il cinghiale.
Ma… un momento… perché il topo è il primo della lista?
Dovete sapere che, il giorno della gara, sia il topo che il bue si alzarono prestissimo e partirono insieme. Naturalmente, strada facendo, il topo rimase un po’ indietro, per quanto ce la mettesse tutta: un passo del bue equivaleva almeno a mille dei suoi!
“C’è ancora tanta strada da percorrere” rifletté a un certo punto. “Devo trovare una soluzione che mi permetta di correre veloce come il vento senza però muovermi né affaticarmi… Uhm, come fare?”
Dopo essersi scervellato per un bel po’, ecco che l’idea arrivò.
– Fratello bue, fratello bue! – strillò. – Vuoi che ti canti una canzone?
– Ma certo, canta pure… Ehi, allora, com’è che non canti?
– Ma io sto cantando! Sei tu che non senti nulla. Canto a squarciagola, ma la mia voce non ce la fa ad arrivare fino a te. Se mi lasciassi salire sul tuo collo, così da vicino mi sentiresti certamente.
– Va bene – rispose il bue. – Sali pure e aggrappati forte.
Il topolino non se lo fece ripetere due volte, si arrampicò su per le zampe del bue, si accoccolò ben bene tra il pelo del collo e delle orecchie e cominciò a cantare:
Fratello bue, fratello bue,
vola sui torrenti,
scavalca i pendii delle colline,
forza, forza,
presto, presto,
corri più veloce del vento!
Così incitato, il bue cominciò a correre più veloce che poteva.
Quando arrivò al luogo della gara non c’era ancora nessuno e, tutto felice, prese a muggire:
– Muuh… muuh… sono il primo, sono il primo!
Ma, proprio in quel momento, il topolino balzò giù dal collo del bue, saltò a terra, fece un gran salto in avanti, superando il bestione, e squittì:
– Io sono arrivato per primo!
Ed è per questo che il Topo è il primo dei dodici animali del calendario cinese.
Un paese lontano e affascinante, uno sconfinato universo di tradizioni, leggende e miti, storie avvincenti e personaggi intramontabili in una raccolta che attinge dalla tradizione popolare per raccontare una civiltà immaginaria. Età di lettura: da 6 anni.