- Che giornata!
Alberto lasciò cadere lo zaino nell’ingresso di casa, imitato da Beatrice e da Shahzaib. I due bambini sarebbero rimasti da Alberto fino a che i loro genitori, rientrando dal lavoro, fossero passati a prenderli.
Il papà di Alberto, il signor Gualtiero, di lavoro faceva l’informatico e aveva organizzato una stanza dell’appartamento come studio.
C’era una postazione disponibile per Alberto e i suoi amici, che pregustavano l’oretta in cui avrebbero potuto giocare con il computer.
Papà Gualtiero preparò il tè per tutti, tagliò la torta che aveva fatto con le sue mani e profumava come un’intera pasticceria, poi si rimise al lavoro alla sua postazione.
Sazi per la merenda squisita, Alberto e i suoi amici decisero di visitare la pagina di blog della loro classe. L’ultimo post riguardava la ricerca fatta due giorni prima sulle attività dei vulcani e c’era il filmato dell’esperimento sull’eruzione. Che gorgoglii e che fumo!
Il video si chiudeva con uno scrosciante applauso.
I tre bambini corsero curiosi a vedere quali commenti fossero stati postati.
I primi due erano entusiastiche considerazioni di due mamme. Ma il terzo…
“In un vulcano dovrebbero finirci quelli della prima fila”.
In prima fila erano seduti proprio loro tre, insieme a Gianbattista e a un’altra bimba, Petronilla.
Il post era come una sberla.
Alberto, Beatrice e Shahzaib si girarono smarriti verso Gualtiero, che si alzò dalla sua poltrona e andò a leggere alle loro spalle.
- Di nuovo… – disse scuotendo la testa – questi commenti perfidi… Ogni volta io o la maestra li dobbiamo cancellare.
- Avete scoperto chi è?
- Ci sto lavorando – disse il signor Gualtiero – è qualcuno che ogni volta si firma in modo diverso giocando con le molte identità che si possono creare in Rete. Alberto guardò il padre con aria interrogativa.
- Noi non possiamo fare niente?
Gualtiero si grattò la testa.
- Avete davvero voglia di aiutarmi?
- Certo! – rispose immediatamente Alberto e gli altri annuirono – Di che si tratta?
- Un attimo di pazienza! – Gualtiero prese dalla libreria una scatola e ne tolse tre tute di plastica chiara, con tanto di guanti, sovrascarpe e casco chiuso davanti da una maschera trasparente – Sono arrivate questa mattina. Avevo chiesto degli aggiustamenti dopo il collaudo, e adesso dovrebbero essere perfette. Sono tute per navigare nello spazio di Internet!
- Wow.
Sospirò Shahzaib.
- Navigando nella rete come astronauti nello spazio, potrete scoprire chi si nasconde nella memoria infinita del web! Potrete tornare indietro in qualsiasi momento e non correrete alcun rischio. Seguitemi!
Gualtiero prese dalla scatola di cartone un tappeto di plastica argentata, lo mise sul tavolo, collegò al tappeto cavi e cavetti che uscivano dal computer. Per ultimo, puntò sul tappeto quella che sembrava una comune lampada da tavolo, su cui però era montata una lampadina lilla piena di serpentine gialle lampeggianti.
I ragazzi si infilarono ciascuno in una delle tute.
Erano un po’ larghe, ma non scomode.
Si sistemarono al centro del riquadro argentato.
Gualtiero digitò sulla tastiera e la stanza si riempì di un lampo di luce arancione.
I tre bambini furono scossi da una vibrazione leggera come un solletico. D’istinto chiusero gli occhi e, quando li riaprirono, si trovarono a saltellare.
- Maddai, la Rete sembra un tappeto elastico!
Rise Beatrice, esibendosi in un balzo con capriola.
- Quelli su cui stai rimbalzando sono i circuiti elettromagnetici.
Le linee luminose che vedi a terra, sono i contatti tra i terminali e le centrali.
La corresse Gualtiero, sempre in contatto con i tre cibernauti.
- Credevo che Internet fosse tutto buio, invece c’è una gran luce! – Commentò Shahzaib.
- Quale sarà la traccia da seguire per scoprire chi posta gli insulti? – Alberto andò subito al cuore della questione – Se questo è il filo che parte dalla connessione di mio padre…
- e spiò dentro al terminale – Guardate, da dietro si vede tutto! Gli infiniti siti di Internet erano come le quinte di un teatro. Ogni immagine e ogni commento erano cascate di numeri tutti allineati. Beatrice allungò una mano e attraversò la schiera di numeri: ci passava proprio in mezzo.
Si misero tra i numeri come sotto a una doccia di dati e videro da dietro il monitor il computer da cui il messaggio era stato postato.
- È la camera di Tiziana. – Beatrice riconobbe il posto con un sussulto – la conosco, perché una volta che era stata malata la maestra mi chiese di portarle i compiti.
- Domani parlo con la maestra – assicurò Gualtiero, che stava ascoltando le loro voci – missione compiuta, potete tornare indietro.
- Un momento papà, possiamo fare ancora una cosa importante! – disse Alberto – Vi ricordate che Martino ci parlò di qualcuno che aveva contattato sua sorella in chat? Raggiunsero il terminale di Martino.
- Guarda! – e Beatrice trattenne una risata – La foto di Martino postata dopo la partita di pallavolo la settimana scorsa. Era venuta proprio male e mi aveva detto che l’aveva cancellata.
- State scoprendo una cosa importante – spiegò Gualtiero, che continuava a monitorare l’attività dei tre esploratori – Niente esce mai davvero dal web.
- Tutti i messaggi, le lettere, i commenti le fotografie… Shahzaib rimase un po’ a pensare a quella scoperta – Guarda, la sorella di Martino sta chattando.
Adesso vediamo con chi! Forza, andiamo in missione!
Questo libro, in distribuzione gratuita nelle scuole primarie della Regione Piemonte, fa parte dei materiali del progetto Move Up Destinazioni alternative, l’iniziativa educativa della Regione Piemonte che ha come obiettivi sia prevenire comportamenti discriminatori e forme di violenza domestica o tra pari, sia favorire l’uso consapevole di Internet.