Piero e il maestro

C’era una volta due vecchietti vagabondi e mendicanti che, poverini non avevano niente da mangiare, né una casa dove dormire.

Erano Piero e il Maestro. «Maestro, cosa mangeremo e dove dormiremo stasera?»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Cammina, cammina e cammina passano davanti ad una casa molto bella.

«Ah, Maestro siamo fortunati, adesso suoniamo e di certo un pezzo di pane e un po’ di formaggio ce lo daranno, magari anche un buon letto per dormire.»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Si avvicinano alla casa che è grande e con un bel giardino; suonano il campanello ed escono i servi.

«Buonasera, siamo due poveri mendicanti che chiedono un pezzo di pane per carità.»

«Via di qua, andate a lavorare, disgraziati!»

I due vecchietti si mettono in ginocchio: «Dì al tuo padrone che ci dia un tozzo di pane e un pagliericcio per dormire. Dio ve ne renderà merito.»

Il servitore s’arrabbia e va a slegare i cani: «Via! Altrimenti vi faccio sbranare!».

Piero e il Maestro, disperati, tornano sulla strada e riprendono il loro cammino. Dopo molta strada vedono in lontananza un’altra casa.

«Maestro ci siamo, qui ci daranno senz’altro da mangiare e da dormire.»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Si avvicinano. Era proprio una bella palazzina, pulita e ben tenuta; in giardino c’era il giardiniere intento a potare le piante.

I due mendicanti si avvicinano al cancello:

«Buonasera buon uomo, siamo due poveri mendicanti che chiedono un tozzo di pane e un pagliericcio per dormire».

«Ah» risponde il giardiniere «neanche dirglielo al mio padrone, perché quello, altro che farvi sbranare dai cani, vi lega e vi fa passare la vita ai lavori forzati.»

«Ma come, la casa è bella, ricca e da mangiare ce ne sarà in abbondanza, dateci qualcosa.»

In quel mentre esce il padrone burbero e cattivo: «Filate via disgraziati!».

Piero e il Maestro disperati tornano sulla strada. «Maestro ormai è notte fonda, dove dormiremo?»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Cammina, cammina e cammina, proprio quando stavano crollando per la stanchezza, la fame e il sonno, ecco in lontananza una lucetta piccola piccola. S’avvicinano e scorgono un casonetto di campagna, minuscolo e misero.

Guardano dentro attraverso la finestra dai vetri rotti: «Ah mamma mia, dove siamo capitati Maestro! Se non ci hanno dato ospitalità quelli con la casa ricca, ti puoi immaginare questi qua che son più poveri di noi».

Dentro, infatti, c’erano due vecchietti, marito e moglie, stavano cucinando un pezzetto di pinza sotto la cenere; avevano solo due sedie, un tavolo e un letto malandato.

«Andiamocene maestro che è meglio.»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Allora Piero, seppur controvoglia, bussa alla porta ed escono i due vecchi.

«Che cosa desiderate?»

«Siamo due poveri mendicanti che chiedono un tozzo di pane e un pagliericcio per dormire.»

«Venite avanti cari, venite avanti!»

La vecchia li fa entrare, li fa accomodare, poi va a prendere la pinza da sotto la cenere, la taglia in due pezzi e gliela offre. Piero e il Maestro mangiano avidamente mentre i due vecchietti stanno a guardare.

«Grazie brava gente» dice Piero «adesso ci stendiamo per terra e dormiamo sotto la scala se ci lasciate, perché siamo proprio stanchi.»

«Eh no» ribattono i vecchietti «noi dormiamo sotto la scala, voi invece che siete gli ospiti, dormirete sul nostro letto.»

Una volta a letto Piero chiede al Maestro: «Che premio daremo, Maestro, a queste due buone persone del casonetto?»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Al mattino, riposati, si alzano e i due vecchietti, già svegli, offrono loro un catino per lavarsi e una ciotola di latte della loro unica capretta. Rifocillati e contenti, Piero e il Maestro ringraziano e tornano sulla strada.

Lungo la via Piero chiede al Maestro: «Che premio daremo a quelli del casonetto?»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

«Ma, Maestro, i ricchi ci hanno scacciati in malo modo, mentre i due vecchi si sono privati del cibo e del letto per aiutarci. Che premio gli daremo?»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Cammina, cammina e cammina si fa dì nuovo sera e per i due mendicanti ritorna il bisogno di mangiare e dormire. Bussano a più case senza successo. Vedono una villa di lusso, chiedono la carità, ma vengono scacciati subito.

E allora Piero: «Ah Maestro solo i vecchietti del casonetto ci hanno aiutati, che premio gli daremo?».

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Quella sera purtroppo Piero e il Maestro sono costretti a dormire all’aperto. Per giorni, mesi e anni non trovano più ospitalità e si arrangiano mangiando i frutti della natura e dormendo sotto le piante.

Un bel giorno gli si presenta uno spettacolo mai visto: una villa che sembra una reggia, stanze ariose, pavimenti di marmo e quando calano le ombre della sera, canti e suoni dappertutto e luci di magnifici candelabri. Fuori un parco immenso e uno stuolo di servitori affaccendati attorno a tavole imbandite con ogni bendiddio e invitati che mangiano e bevono felici. «Maestro, questi senz’altro ci daranno ospitalità.»

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

Si avvicinano al cancello della villa e suonano. «Che volete?» chiede un servo.

«Siamo due mendicanti che chiedono un tozzo di pane per mangiare e un pagliericcio per dormire».

«Via di qua, niente viandanti da queste parti.»

Allora Piero implora in ginocchio: «Dateci almeno le briciole del la vostra mensa e la stalla per dormire.»

E il servo per tutta risposta: «Le briciole i miei padroni le danno ai cani e nella stalla ci mettono le loro bestie, non i cristiani disgraziati come voi».

Piero insiste, ma proprio in quel mentre, dai gradini del palazzo scende verso il giardino il padrone accompagnato dalla sua signora. Erano vestiti di damaschi sete e velluti, con ori e brillanti che adornavano le loro mani.

Piero e il Maestro si inginocchiano: «Signore siamo due mendicanti che chiedono un tozzo di pane per mangiare e un pagliericcio per dormire. Abbiate pietà, dateci almeno quello che avanzano i vostri cani».

«Avete detto cani? Ebbene, cani siano!» risponde il ricco signore.

Ad uno schiocco di dita, si aprono le stalle ed escono dei giganteschi cani lupo che attaccano Piero e il Maestro.

I due poveretti sono costretti a fuggire di corsa salvando a malapena la pelle.

Appena riprendono fiato, Piero dice al Maestro:

«Questi ricconi ci hanno trattato peggio di tutti, altro che quelli del casonetto, si sono tolti il pane di bocca e ci hanno dato il loro letto; che premio gli daremo Maestro?».

«Va’ piano Piero, va’ piano.»

«Ma perché Maestro mi dite sempre: va’ piano Piero, va’ piano?» «Vedi Piero, i due signori che ci hanno aizzato contro i cani erano proprio i due vecchietti del casonetto. In premio avevo dato loro una reggia e la ricchezza. Ma una volta diventati ricchi, si sono dimenticati di quando erano poveri. E allora sai dove sono adesso? Guarda Piero, guarda.»

Piero guarda e non vede più la bella villa, al suo posto c’è una capanna di canne e foglie e dentro i due vecchietti del casonetto tornati più miseri di prima.

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