La Ninfea

C’era una volta una grande, fitta foresta, e, nella foresta, vivevano una vecchia donna e tre fanciulle. Le fanciulle erano meravigliosamente belle, ma la piccola era la più bella. La loro capanna era ben nascosta dagli alberi, e nessuno aveva mai conosciuto la loro bellezza, se non il Sole di giorno, e la Luna e gli occhi delle Stelle di notte.

La vecchia teneva sempre le fanciulle impegnate: da mane a sera, filavano oro purissimo, e, quando una conocchia era ultimata, ecco che ce n’era un’altra da riempire, così non conoscevano riposo. Il filato doveva essere sottile e regolare, e la vecchia lo serbava in una camera chiusa a chiave. In estate, si assentava due o tre volte. Prima di partire, assegnava alle ragazze la quantità di lavoro da portare a termine ogni giorno.

Ritornava sempre nel cuore della notte, e le fanciulle non avevano idea di cosa avesse portato con sé, né della destinazione del filato d’oro, né a cosa servisse. Una volta, quando si avvicinava il tempo di uno dei suoi viaggi, la vecchia assegnò ad ogni ragazza la quantità di lino che avrebbe dovuto filare nei sei giorni a venire, e rivolse loro la solita raccomandazione:”Figliuole, non lasciate che il vostro sguardo vaghi qua e là, e, per nessun motivo, rivolgete la parola ad un uomo: se lo faceste, il filato perderebbe il suo splendore e ne conseguirebbero innumerevoli disgrazie”.

Il terzo giorno dopo la partenza della vecchia, un giovane Principe che cacciava nella grande foresta si separò dai suoi compagni e si smarrì. Stanco di cercare la strada, si sdraiò sotto un albero, lasciò il suo cavallo libero di vagare dove voleva e cadde addormentato. Al suo risveglio, il sole era ormai tramontato. Il Principe riprese a cercare una via d’uscita dalla foresta, e, infine, con grande gioia, si ritrovò a percorrere uno stretto viottolo, e scoprì che portava ad una capannuccia.

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