Il ciuccio di Ciccio

Ciccio era un coccodrillino che aveva sempre il ciuccio.

— Sei troppo grande — gli diceva la mamma, e ogni volta cercava di sfilarglielo dalla bocca.
— Andrai a scuola e tutti rideranno di te — insisteva il papà.
— Non credo proprio… E se lo fanno, farò loro capire che sono meno pericoloso con il ciuccio in bocca che senza! — diceva il cucciolo mostrando gli affilatissimi dentini.

In realtà Ciccio era buono e non voleva far paura a nessuno.
Anzi, per la verità un po’ di paura ce l’aveva proprio lui e, anche se non sapeva perché, era il ciuccio che lo faceva sentire più tranquillo: era come una spada, ma di gomma!

Non tagliava, ma bastava a proteggerlo.

— Dobbiamo chiamare l’omino dei ciucci! — decise infine la mamma.
— E chi è? — domandò il papà.
— Non conosci l’omino dei ciucci? — si stupì lei.
— È il signore che raccoglie i ciucci dei cuccioli che sono troppo grandi per averli. E li porta a quelli che ne hanno bisogno.

Il papà la trovò una buona idea e gli telefonò.
— Arrivo subito! Me ne serve urgentemente uno proprio da coccodrillo… — rispose l’omino.

La mamma chiamò Ciccio: — Vieni, ti devo dire una cosa.

Allora Ciccio pensò a quel povero coccodrillino ammalato che non aveva nessun ciuccio da succhiare per farsi coraggio. Poi guardò l’omino, che capì e sfilò con delicatezza il ciuccio dalla bocca di Ciccio.

— Bravo! Sei un coccodrillino generoso — gli disse.

Mamma e papà applaudirono con gioia: — Siamo fieri di te!

In quel momento Ciccio fece una gran bella scoperta:
senza ciuccio di sorride meglio!

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