Un giorno un uomo si fermò al pozzo di un cascinale.
Un bambino di circa cinque anni uscì nel cortile, osservandolo con occhi sgranati. Quell’uomo lo affascinava, aveva attinto un secchio d’acqua dal pozzo e stava lì, a gambe larghe, bevendo.
Un filo d’acqua gli scorreva giù per la barba di fuoco, corta e folta, e con le mani forti si reggeva il grosso secchio di legno alle labbra come se fosse una tazza. Finito che ebbe, si tolse la fusciacca che aveva e con quella si asciugò la faccia. Poi si chinò e scrutò in mezzo al pozzo.
Incuriosito, il bambino, si alzò in punta di piedi per cercare di vedere oltre l’orlo del pozzo che cosa stesse guardando l’uomo. Il gigante si accorse del bambino e sorridendo lo sollevò da terra tra le braccia.
“Sai chi ci sta laggiù?”, chiese. Il bambino scosse il capo.
“Ci sta Dio”, disse.
“Guarda”, aggiunse, e tenne il bambino sull’orlo del pozzo. Là, nell’acqua ferma come uno specchio, il bambino vide riflessa la propria immagine. “Ma quello sono io!”.
“Ah!”, esclamò l’uomo, rimettendolo con dolcezza a terra. “
Ora sai dove sta Dio”.
Dio ci fa un dono prezioso, il più prezioso: noi, ciò che siamo, la nostra storia, la nostra vita.
Qui “accade” Dio, qui si rivela il suo amore.